Dal 2019 AILD sta lavorando in sinergia con UNI, Ente Normativo Italiano, per la definizione della norma APNR “Lighting Designer”. Ormai giunti alla fase dell’indagine pubblica, vogliamo raccontarvi attraverso le parole del nostro Socio Davide Deiola il percorso dalla sua brillante intuizione a quella che speriamo possa diventare una svolta professionale per chi opera nel settore del Lighting Design.
Mi chiamo Davide Deiola e sono un Lighting Designer, Socio AILD e quest’anno anche membro del Direttivo.
Seguo questo settore sin dal 1999, e in questi anni ho potuto apprezzare l’evoluzione tecnica di macchine e protocolli digitali come DMX e RDM, ho assistito ad una costante ricerca e implementazione sull’innovazione tecnologica compresa la transizione dal tungsteno al LED, ma ho sempre riscontrato ben poco o addirittura nulla che disciplinasse la figura del Lighting Designer, ormai pluridecennale e consolidata nella pratica, e pur tuttavia giuridicamente invisibile. Lo stato italiano con l’ausilio di fondi propri, regionali ed europei, ha consentito negli anni che venissero erogati decine di percorsi formativi di qualifica ma nulla è mai avvenuto in termini di istituzionalizzazione della professione in sé. Oggi si può lavorare come LD? Si certo, ma sotto “mentite spoglie” e non come professionista riconosciuto e abilitato come avviene in qualsiasi altro mestiere che richiede la responsabilità di una progettazione. In sostanza è possibile elaborare disegni complessi e precisi nel dettaglio ma non li si può firmare con regolare timbro, come invece può fare un ingegnere o un architetto. Tutt’al più si riconosce la qualifica di capo elettricista ai professionisti che lavorano ad esempio nei teatri. D’altra parte, le associazioni di categoria, come l’AILD di cui faccio parte, sono ad oggi gli unici riferimenti per la comunità professionale italiana del lighting, ma di certo non hanno l’autorità per conferire una qualsivoglia identità legale. In sostanza in tutti questi anni, a fronte di una professione sempre più definita nella sua complessità e sempre più richiesta e apprezzata, è mancato il tassello normativo che conferisse il giusto inquadramento alla professione – nonostante in alcuni bandi nazionali inizia a comparire la richiesta specifica di un Lighting Designer che paradossalmente ancora non esiste giuridicamente.
Tra la bradicardica macchina burocratica nazionale, le innumerevoli “liti giuridiche “ parlamentari, le notizie di accorpamento di tutte le norme relative allo spettacolo in un codice unico, insomma in tutto questo “darsi da fare” non si era mai nemmeno accennato finora alla figura professionale del LD. Uso il passato perché qualcosa finalmente ha dato segni di vita, e mi vede personalmente in azione sulla scena.
Tra le molte informazioni raccolte lungo il mio percorso professionale, da sardo testardo quale sono che non si arrende mai alla poca funzionalità delle cose, ad un certo punto sono venuto a conoscenza di quella che mi è subito parsa come un’opportunità dalle potenzialità esplosive: la U.N.I. Ente Italiano di Normazione stava lavorando sul disciplinare relativo alle Attività Professionali Non Riconosciute. Memore della bontà della metodologia normativa che avevo avuto modo di apprezzare in precedenza, mi rimboccai le maniche per fare lavoro di indagine e raccolta dati, misi in ordine tutte le informazioni e scrissi una lettera alla segreteria UNI che mi mise subito in contatto con un dirigente. Con grande soddisfazione mi venne confermato che la figura del LD rientrava a pieno titolo nelle categoria APNR. Mi attenni dunque scrupolosamente alle loro raccomandazioni e mi attivai per coinvolgere quante più associazioni tra quelle a me note, e tra queste AILD accolse subito la prospettiva invitandomi ad associarmi per poter iniziare insieme questo ambizioso percorso.
Nel 2019, una volta che UNI accettò la nostra proposta di creare la norma di riconoscimento del Lighting Designer, iniziammo a lavorare sulla fase prenormativa, dove in sostanza ci venne chiesto di motivare e di dare fondamento al riconoscimento della figura professionale. A distanza di un anno, il 1 Aprile 2020, in piena pandemia e no non era affatto lo scherzo che qualcuno può pensare, si aprì ufficialmente il tavolo GL15 nell’ambito della Commissione Tecnica CT023 Luce e Illuminazione. Al tavolo si sono sedute diverse realtà del settore lighting, e non, come APIL AIDI CNA, rappresentanti degli ordini degli Ingegneri. Il lavoro è stato complesso e non sempre lineare, abbiamo compreso quante difficoltà anche di approccio concettuale era necessario superare affinché si potesse ottenere una legittima norma per una comunità professionale sempre più numerosa e variegata. Ma la serenità e la determinazione non ci hanno mai abbandonato, nonostante tutto.
Posso dire di essere grato di questa esperienza, e soprattutto del risultato che proprio quest’anno potremmo ottenere. La norma è giunta ad un buon punto, e ben presto si darà il via alla fase di indagine pubblica dove chiunque potrà visionare il nostro lavoro per commentarlo o suggerire integrazioni motivate. Questa norma sarà solo il primo importante passo, che personalmente mi auspico evolverà presto in una legge a beneficio di tutta la comunità coinvolta nel settore.
DAVIDE DEIOLA, Lighting Designer, membro Direttivo AILD.