Credo che la fonte di ispirazione di un Lighting Designer sia l’osservazione di tutto ciò che è intorno, sia essa manifestazione di luce naturale sia espressione visiva del sentire umano. Nella mia attività di Lighting Designer, mi entusiasta ricercare interpretazioni luministiche nell’arte contemporanea. Ed è presso la Reggia di Colorno (PR) dove ho potuto ammirare una personale di Serse, artista della grafite e della luce. Nella sua mostra «Bianchi e Neri», in particolare, propone delle angolature dell’architettura monumentale della tomba Brion, progettata dall’architetto Carlo Scarpa.
Mentre osservavo le sue opere, disegnate meticolosamente con linee e sfumature di grafite, pensavo ad una trasposizione teatrale, e mi chiedevo: E se per un istante, le nostre scenografie ed i nostri costumi, fossero solo bianchi grigi o neri? E se potessimo avere solo una luce bianca, una grigia ed una nera, come cambierebbe la nostra percezione? Se il colore svanisse quindi, perdendo una tale informazione cosi potente, la nostra scena si impoverirebbe o si arricchirebbe?
Queste idee mi balzavano per la mente, mentre osservavo i suoi lavori, e mi chiedevo quindi: se non c’è più colore, da cosa è attratto il nostro occhio? Il mio focus cambiava, e dei disegni li dinanzi, iniziavo a coglierne i contorni, le linee, le forme, le gradazioni di luce e di ombra, ed apprezzavo sempre più quegli spazi bui e scuri senza i quali i bianchi non avrebbero avuto lo stesso valore.
Per analogia, se avete assistito a «Bros» di Romeo Castellucci, sapete di cosa parlo. In Bros, gli elementi cromatici ormai quasi assenti, si riducono alla pelle ed al sangue. I poliziotti, i costumi e gli accessori, insomma, sono o bianchi o neri, e persino un corpo nudo venendo ricoperto da un intonaco bianco, perde il proprio colore.
Ed allora dunque, la luce può divenire più drammatica quando il colore perde la sua funzione emotiva nella moltitudine di nuances che invece può offrire?
Nei molti disegni di Serse, non solo la perdita dei toni, ma anche la direzionalità della sorgente luminosa assume un ruolo particolarmente drammatico. In questo disegno a lato, come in molti altri della stessa collezione, Il controluce dalle finestre circolari, che richiama una idea di spirituale, è al tempo stesso oggetto di visione, e sorgente luminosa. Questa, riflettendosi sulle pareti e sui gradoni – con una resa del materiale eccellente – crea un’alternanza di marcati contrasti, che con semplicità raccontano il brutalismo di un pacato edificio funebre. Del resto, un disegno cosi, con una tale luce, non è di per se già un scena ed un illuminazione pienamente compiuta ?
ROBERTO VENTRUTI, Lighting Designer Socio AILD