A qualche settimana dalla chiusura di Euroluce 2017, con una visione quanto più globale possibile sul panorama odierno dell’illuminazione, è stato doveroso osservare come la composizione e l’accostamento anche a volte sfacciato dei materiali hanno avuto la meglio sulle soluzioni tecnologiche.
Grandi grappoli luminosi, sapienti lavorazioni del vetro ci hanno stupito evocando subito dopo alcune domande che, per chi è del settore, sono la quotidianità:
- dove sono le vere e proprie soluzioni tecniche?
- quando parleremo del controllo della luce al di fuori dell’entertainment?
- le ottiche degli apparecchi dove sono finite, visto lo spazio dedicato alle lampadine a filamento?
perchè belli i lampadari ma chi si occupa di lighting ha bisogno di molto di più.
L’approccio generale, quello integrato, è qualcosa che ancora stenta ad emergere nelle proposte delle aziende. Si è molto sentito parlare di carbon foot, impatto ambientale, approccio “ecocompatibile” ma tutto il pacchetto dell’efficienza ancora non è stato percepito e tradotto in “soluzioni” davvero interessanti e funzionali.
Lo stesso controllo della luce colorata, che può essere argomento interessante per una sala riunioni, oltre che per la classica SPA, è ancora un chaising color senza particolare studio, privo di stupore o reale finalità.
In sostanza Euroluce 2017, si rivela una fiera dedicata in particolar modo a grappoli di sospensioni, cavi in tessuto e lampadine led a filamento. Un po’ poco se paragonato allo stato attuale di avanzamento delle tecnologie e delle tendenze.
I progettisti si aspettavano soluzioni tecnologiche direzionate al controllo della luce che andassero oltre al mero studio dell’oggetto, si aspettavano luci spettacolari e non solo legno, cor-ten e vetro se pur sapientemente lavorati, e infine un utilizzo più sapiente della luce, con particolare attenzione ad aspetti che ad esempio sono già stati affrontati nel campo dell’entertaiment come la temperatura e la miscelazione colore.
Erika Sanson
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